Agrigento & La Valle dei Templi

Agrigento & dintorni

Situati su un crinale a sud della città di Agrigento, i templi dorici della Valle dei Templi sono la meta turistica principale della Sicilia. Per tutto l’anno gli autobus scaricano qui onde di turisti, ma solo una piccola parte di essi visita il resto di questa zona, ed è un peccato in quanto questa parte di Sicilia ha il suo fascino, soprattutto per i fan del commissario Montalbano. Il creatore del detective di tanti romanzi e della fiction, Andrea Camilleri, è nato a Porto Empedocle, e ha arricchito i suoi gialli e gli altri suoi scritti di elementi ben riconosciuti della sua città natale e di Agrigento stessa. Potete trascorrere una giornata nella zona sud occidentale semplicemente alla ricerca delle località autentiche di Montalbano.

Questa parte della Sicilia sicuramente piacerà ai realisti, non ai sentimentali; è una terra dove palazzine decadenti degli anni Settanta circondano centri storici fatiscenti, strade polverose attraversano villaggi assonnati e trascurati, e insediamenti abbandonati sormontano le cime di ardite colline. La lunga costa meridionale da Licata a Sciacca è poco sviluppata, e le sue meravigliose spiagge di sabbia, i porti e le località turistiche sul Mediterraneo sono poco conosciute persino agli italiani. Le sporadiche concentrazioni di stabilimenti industriali straordinariamente brutti lungo la costa sono un deterrente per i turisti, mentre il mare in certe zone è molto inquinato. Tuttavia ci sono anche delle belle zone dove nuotare in acque pulite, e sulla costa entrambi i lati di Agrigento alcune spiagge di sabbia isolate favoriscono la fuga occasionale dalla trafficata SS115. Una delle spiagge più belle si trova appena a sud del sito ellenico di Eraclea Minoa, a nord di Agrigento, mentre il porto di Licata, a sud, offre uno spunto di visita interessante al di là del mare e della sabbia, con il suo bel centro storico. Tra le altre città costiere Sciacca è forse la più gradevole, porto di pescatori e una località turistica estiva con una bellissima vista dall’alto delle scogliere, oltre che ottima base per escursioni sulle alte montagne scoscese che incorniciano questa parte di costa.

Agrigento

Difficilmente qualcuno viene a visitare AGRIGENTO per la città in sé, anche se le sue stradine e i suoi edifici medievali consunti assorbono le migliaia di turisti che vengono ogni anno a visitare stupefatti la Valle dei Templi. I templi dorici di Akragas, “la più bella città dei mortali”, secondo Pindaro, distesi su un crinale che si affaccia sul mare un paio di chilometri a sud della città, sono le rovine greche più affascinanti di tutta la Sicilia, uniche al di fuori della Grecia. Il sito è molto grande e interessante, ed è davvero un peccato dedicarvi un solo giorno. Prendetevela comoda, ricavate il tempo per sedervi e rilassarvi tra le rovine o all’ombra di un albero, e vi piacerà ancora di più. E se la vostra visita coincide con l’apertura estiva serale dei tre templi principali vivrete un’esperienza veramente magica.
La Valle dei Templi
I templi meravigliosamente conservati della Valle dei Templi sono le rovine greche più affascinanti di tutta la Sicilia. Disposta lungo un crinale fertile che sovrasta la costa, Akragas era una delle città greche più ricche e potenti della Sicilia; si narra che gli abitanti avessero mobili in avorio, oro e argento in abbondanza, e costruissero persino tombe elaborate per i propri animali domestici. Oro, argento e avorio non ci sono più, ma i templi in arenaria sono stupefacenti, e il sito stesso è realmente bello, soprattutto quando fioriscono i mandorli in gennaio e febbraio, e quando è coperto da una distesa di fiori in primavera. C’è una strada a curve che scende da Agrigento alla Valle dei Templi e passa davanti al Museo Regionale Archeologico, un tesoro nascosto di stupendi manufatti recuperati dal sito archeologico. Se volete visitare i templi e il museo insieme, dovrete prevedere una giornata intera e arrivare la mattina all’apertura. La cosa più logica è iniziare con la zona orientale, che ospita i tre templi principali, quindi vistare il museo e poi concludere con la zona occidentale, facendo una camminata rilassante attraverso il Giardino della Kolymbetra. Ci sono diversi punti di ristoro semplici in cui fare uno spuntino agli ingressi del sito nonché alcuni ristoranti nelle vicinanze, perlopiù rivolti ai gruppi di turisti, ma è preferibile comprare qualcosa in città per fare un piacevole picnic.

Cenni storici

Nel 581 a.C., i coloni delle vicine Gela e Rodi fondarono la città di Akragas tra i fiumi Hypsas e Akragas. Si trattava dell’atto conclusivo dell’espansione che aveva visto i coloni greci di Gela spostarsi verso ovest lungo i punti principali delle rotte commerciali, assoggettando ed ellenizzando man mano le popolazioni indigene. Essi circondano la città nuova con possenti mura, formate in parte da un crinale sopraelevato dove collocarono l’acropoli (e dove oggi sorge la città moderna). Il limite meridionale dell’antica città era segnato da un secondo crinale più basso, e fu proprio lì, nella cosiddetta Valle dei Templi che gli architetti della città innalzarono gli edifici sacri nel corso del V secolo a.C. Questi erano e rimangono sbalorditivi, e riflettono la ricchezza e il lusso dell’antica Agrigento: “Atene con miglioramenti”, come la definì Henry Adams nel 1899.

La zona orientale

La zona orientale è la più famosa, ed è meno affollata la mattina presto o la sera, quando è illuminata a giorno con luci color ambra. Dall’ingresso orientale un sentiero sale verso il Tempio Giunone (Era), una struttura interessante, per metà in rovina, posta sull’orlo dello sperone su sui furono costruiti i templi. All’estremità del tempio è stato ricostruito un lungo altare; le macchine rosee visibili qua e là sulla mutatura denotano i danni da incendio, probabilmente risalenti al saccheggio di Akragas da parte dei cartaginesi nel 406 a.C.

Tempio della Concordia

Seguendo la linea delle mura dell’antica città che abbracciano il crinale, la Via Sacra conduce a ovest al Tempio della Concordia, risalente al 430 a.C. circa. Perfettamente conservato e con una bella vista sulla città e del mare, la pietra fulva conferisce calore e forza alla struttura. E’ il tempio più integro di tutti, e ha richiesto meno interventi di restauro rispetto agli altri, soprattutto grazie alla sua conversione in chiesa cristiana, nel VI secolo d.C. Restaurato nel XVIII secolo rispettando la struttura originale, il tempio ha mantenuto le sue linee semplici e le colonne leggermente svasate, anche se purtroppo è recintato e non è accessibile al pubblico. Fate il giro completo del tempio almeno una volta per farvi un’idea, e ammiratene le eleganti proporzioni da lontano.

Tempio di Ercole

Dal Tempio della Concordia, la Via Sacra continua passando per l’antica necropoli della città e, attraversando i resti di una strada greca profondamente solcata dalle ruote, giunge fino al tempio più antico di Akragas, il Tempio di Ercole. Probabilmente iniziato negli ultimi decenni del VI secolo a.C., è una struttura allungata, con nove delle 38 colonne originali nuovamente erette e tutto il resto sparso intorno come un puzzle non finito.

Tempio di Esculapio

Il modo più rapido per raggiungere il Tempio di Esculapio è scalare il muro a lato del Tempio della Concordia e salire giù sulla SS115, da cui un sentiero conduce al piccolo tempio che presenta solide mura al posto di un colonnato.

La zona occidentale

La zona occidentale del sito è meno impressionante di quella orientale, nonostante l’enorme intrico di pietre e pezzi di mura caduti da un notevole insieme di templi. L’elemento più degno di nota è la pila gigantesca di macerie che costituiscono il Tempio di Giove (Zeus). Il più grande tempio dorico mai esistito non fu mai completato, fu lasciato cadere in rovina dai cartaginesi e ulteriormente danneggiato da terremoti e dalla rimozione di pietre per costruire il porto di Porto Empedocle a sud. Rimane ancora lo stereobate, sproporzionalmente grosso , mentre sul terreno, rivolto verso il cielo, giace un telamone alto otto metri: una colonna di sostegno scolpita con figura maschile, le braccia sollevate e piegate per sostenere il peso del tempio. Dal momento che gli scavi continuano, l’area è disseminata di resti sparsi, nonché  di pile di tamburi di colonne segnate da una scanalatura a U, per consentire il trasporto con le funi.

Tempio dei Dioscuri

Oltre il Tempio di Giove, alle spalle delle porte scavate e delle mura della città greca, si trova il primissimo lungo sacro, il Santuario delle Divinità Ctonie, dedicato agli dèi degli Inferi e contraddistinto de due altari (uno squadrato e arrossato dal fuoco, altro rotondo), risalenti al VII secolo a.C., prima della fondazione ufficiale della colonia. Molto più romantiche esteticamente sono le rovine del cosiddetto Tempio dei Dioscuri (noto anche come Tempio di Castore e Polluce), assemblate nel 1832 varie colonne con altri frammenti architettonici scoperti nelle vicinanze.

Giardino della Kolymbetra

Alle spalle del Tempio dei Dioscuri si trova l’ingresso per il Giardino della Kolymbetra, che richiede un biglietto e parte. Parte del sistema di irrigazione della città nel V secolo a.C. , è ora un ampio giardino infossato, verde e lussureggiante in mezzo all’aridità del resto della zona archeologica. Qui nono ci sono monumenti, ma il giardino offre un momento di piacevole relax durante la visita dei templi: gli alberi di olivo, mandorlo e limone sono sormontati da muri di roccia calcarea color miele, rivestita di cactus e bucherellata da caverne. Ci sono anche alberi di banane, pistacchi e melograno, tutti meticolosamente etichettati con la relativa spiegazione, oltre a un canneto.

Museo Regionale Archeologico

La strada tra la città e i templi passa davanti all’eccellente Museo Regionale Archeologico. Qui è conservata una collezione estremamente varia, dedicata ai ritrovamenti dei templi, dell’antica città e della zona circostante. Disponibile un’audioguida.

Nei dintorni di Agrigento vi sono diversi luoghi da vedere, visitabili in giornata; alcuni sono molto interessanti per chi ama la letteratura siciliana, tra cui Caos, paese naturale di Luigi Pirandello, e Porto Empedocle, città di nascita del creatore di Montalbano, Andrea Camilleri, e sede della stirpe di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore de Il Gattopardo.

Caos

A sud-ovest di Agrigento, alla fine del cavalcavia che porta verso Porto Empedocle, si trova il sobborgo di CAOS, luogo natale di Luigi Pirandello nonché fonte di ispirazione per il film dei fratelli Taviani Kaos, basato su quattro racconti del drammaturgo. Tra i maggiori scrittori della letteratura italiana del XIX secolo, Pirandello è noto soprattutto per le sue opere teatrali, come Sei personaggi in cerca d’autore ed Enrico IV, anche se il premio Nobel gli fu conferito nel 1934 soprattutto per le novelle e i racconti. La sua fu una vita tragica: la moglie fu rinchiusa in un ricovero, impazzita in seguito alla rovina finanziaria della famiglia e alla chiamata alle armi del primogenito, e per la maggior parte della vita Pirandello visse in ristrettezze, tra gli studi accademici e lo scarso successo dei suoi primi lavori. Le sue opere combinano elementi di tragedia e commedia con un dialogo attentamente osservato, mentre i temi ricorrenti sono la natura dell’identità e della personalità, la realtà, l’illusione e l’assurdo. Le idee e le innovazioni di Pirandello sono diventate un modello per gran parte delle successive opere drammatiche del XX secolo.

Casa Natale di Luigi Pirandello

Anche se lasciò Agrigento in tenera età, Pirandello tornava ogni anno nella sua casa natale per trascorrervi le estati, almeno finché l’edificio rimase di proprietà della famiglia. Le stanze del piano superiore hanno una vista sulla campagna circostante e vi sono esposti oggetti personali, fotografie, onorificenze, recensioni, lettere, manoscritti e prime edizioni di libri con dediche autografe, locandine delle opere più famose e il vaso greco servito per traslare le ceneri dell’autore dal cimitero del Verano ad Agrigento.

Il pianterreno ospita mostre temporanee. Un vialetto nei pressi attraversa la campagna e porta al luogo del ”Pino di Pirandello”, oggi non più esistente dopo il nubifragio del 1997. Qui un cippo di pietra ritoccato dallo scultore Marino Mazzacurati ospita l’urna con le ceneri del drammaturgo, come da lui richiesto nelle sue ultime volontà.

Porto Empedocle

Sei chilometri a sud-ovest di Agrigento, PORTO EMPEDOCLE è importante soprattutto come punto di partenza dei traghetti per le isole Pelagie, a meno che non siate fan di Andrea Camilleri, che è nato qui. Porto Empedocle è la Vigata di Camilleri, dove risiede il famoso commissario Montalbano, in servizio presso la centrale di polizia del paese, e proprietario di una casa sulla spiaggia nella vicina località di Marinella. In effetti se entrate in città da sud vedrete sulla strada un cartello, posizionato recentemente dal comune, con la scritta “Vigata (Porto Empedocle)”. Nonostante si tratti di porto funzionale poco attraente, perlopiù dominato dalla presenza di enormi opere in cemento, l’ambiente prosaico di Porto Empedocle costituisce un gradevole antidoto contro la città di Agrigento oppressa dai turisti. Se aspettate il traghetto potete fare una bella passeggiata sul lungomare tirato a lucido e riservato ai pedoni, e spingetevi fino alla statua del commissario Montalbano sulla strada principale (ispirata ai libri, non alla serie TV, con baffi e sigaretta), o pranzare in uno dei ristoranti di pesce di buona qualità e basso costo, tra cui l’eccentrica trattoria così amata da Montalbano.

Scale dei Turchi

Circa sette chilometri a ovest di Porto Empedocle, seguendo i cartelli per Realmonte, la meravigliosa spiaggia della Scala dei Turchi si trova in fondo a scogliere solcate dal vento, di un bianco abbagliante. Soggetta a frane, la strada sottostante è crollata nell’inverno del 2013, ed è tuttora chiusa al traffico (anche se è possibile scendere a piedi sulla spiaggia). Ciò ha contribuito a intasare la zona in estate e durante i weekend di bel tempo. Se volete scogliere e sabbia senza folla proseguite per Torre Salsa.

Torre Salsa

Protetta da una riserva naturale del WWF, la lunga spiaggia di sabbia di Torre Salsa, che si estende per chilometri e chilometri ed è sormontata da scogliere di selenite, non ha niente a che vedere con l’affollata Scala dei Turchi.  Per la maggior parte dell’anno i torrenti sotterranei rendono inaccessibile alle auto la strada sterrata che conduce alla spiaggia, ma se non vi dispiace camminare nel fango potete parcheggiare quando il sentiero diventa troppo arduo per l’auto e continuare a piedi; basta seguire i cartelli per l’ingresso “Pantano”.

Palma di Montechiaro

La scialba PALMA DI MONTECHIARO, a mezz’ora di auto a sud-est di Agrigento, un tempo era la dimora della famiglia Lampedusa, il cui ultimo erede, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, scrisse il celebre Gattopardo. Egli morì nel 1957 (Il Gattopardo fu pubblicato un anno più tardi), ma la residenza di Palma era caduta in abbandono molto tempo prima. In realtà sono molto più attraenti per i fan del romanzo le rovine nella città di Santa Margherita di Belice, nella Sicilia orientale. Oggi l’unica eco della grande famiglia feudale del libro (i Salina) si trova nell’imponente chiesa seicentesca di Palma, la Chiesa Matrice, costruita da uno degli antenati di Lampedusa e raggiungibile risalendo numerosi scalini sgretolati, oltre alle rovine del sito di Castello di Palma, alcuni chilometri a est della città in fondo a uno stretto sentiero.

Naro

La collinare città medievale di NARO offre un notevole scenario da percorrere in auto verso l’entroterra. Gli edifici più interessanti sono il castello di Chiaramonte e le vicine rovine dell’antica cattedrale; le altre chiese in questa città con mura e merlature sono marcatamente barocche. Per quanto Naro possa essere architettonicamente armoniosa, la vera attrazione è il viaggio in auto da Palma, con diverse vedute a tutto campo della costa.

Il Fenomeno Montalbano

Il commissario Salvo Montalbano è forse il poliziotto più famoso d’Italia e il suo creatore, Andrea Camilleri, il novantenne fumatore accanito nativo di Porto Empedocle, uno degli scrittori di maggior successo. I libri di Montalbano (22 romanzi e alcune raccolte di racconti) hanno venduto oltre undici milioni di copie, mentre gli episodi della serie TV attraggono regolarmente un’audience di circa nove milioni di spettatori. La febbre di Montalbano sta diventando rapidamente anche un fenomeno internazionale. La serie TV è stata trasmessa in cinquanta paesi, tra cui Regno Unito e Austria, e addirittura la centrale di polizia di Scotland Yard a Londra recentemente ha chiesto una copia dell’intera serie televisiva da utilizzare per i “corsi di addestramento professionali”. Montalbano, un poliziotto rigoroso ma di grande umanità, vive in una casa sulla spiaggia, inizia la giornata con una nuotata e assapora il cibo in silenzio con passione quasi religiosa. Nonostante l’ambientazione dei romanzi sia contemporanea, il centro del mondo di Montalbano resta la Sicilia provinciale della gioventù di Camilleri, un luogo fittizio in cui gli elementi della vita moderna, come il telefono cellulare e il computer, a volte possono sembrare anacronistici. Tuttavia quando iniziò le riprese della serie televisiva, i l regista Alberto Sironi decise di creare la Sicilia di Camilleri non ad Agrigento, ma in provincia di Ragusa, forse perché Agrigento e Porto Empedocle erano ritenute un po' troppo “reali” per i gusti del pubblico televisivo. Qui sotto sono elencati i luoghi di Agrigento e Porto Empedocle facilmente visitabili autonomamente, anche se i fan accaniti di Montalbano spenderebbero volentieri i soldi per una visita guidata con Michele Gallo.

I luoghi di Montalbano

Rabato

Semidistrutto da una frana, il quartiere arabo di Agrigento, a nord di via Garibaldi, è il luogo dove vivono i malavitosi della provincia immaginaria di Montelusa, tra cui Karima, la prostituta tunisina madre del figlio quasi adottivo di Montalbano, François.

La Mannara

La fabbrica abbandonata e il parcheggio utilizzati come base di lavoro da Gegè Gullotta e dalle sue prostitute si trovano dietro l’ENI, al margine della periferia di Porto Empedocle sulla strada per Agrigento.

I “grattacieli nani”

Un dettaglio del panorama della città piuttosto ricorrente nella serie televisiva, occupano il crinale che sovrasta il porto di Porto Empedocle.

Scoglio piatto

Il luogo in cui il commissario si reca per digerire non solo il pranzo ma anche la complessità dei casi si trova in fondo al molo di Porto Empedocle.

Chiesa Madre

Questa chiesa situata in via Roma, la strada principale di Porto Empedocle, costituisce lo scenario per diversi funerali, alcuni inerenti a faccende mafiose.

Via Granet

Questa stradina poco distante da via Roma a Porto Empedocle è il luogo dove si trovano il ristorante Da Calogero e l’abitazione della perspicace maestra in pensione Clementina Vasile Cozzo e del violinista malinconico.

Bar Kenia, Marinella

Luogo di incontro preferito di Montalbano e della svedese sua amica del cuore, Ingrid; il bar è ancora attivo in fondo alla spiaggia.

Scala dei Turchi

La scogliera di marna del caratteristico colore bianco sulla quale il vento e la pioggia hanno scavato una gradinata naturale è ben descritta nella raccolta La prima indagine di Montalbano.


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