Nel bel mezzo della costa ionica, con il monte Etna che in gombe sullo sfondo, si trova Catania, la seconda città della Sicilia, un porto di grande in portanza e uno snodo per i trasporti, oltre che un fiorente commerciale.
Il suo aeroporto è il punto di arrivo di molti visitatori.
Catania è una città vivace: il suo piccolo centro torico è pieno di eleganti
edifici barocchi di lava scura e calce bianco crema, costruiti in seguito al
terremoto del 1693 che rase al suolo l’intera regione. Ha un famoso mercato del
pesce, numerosi ristoranti, uno scenario di vita notturna spensierata e un
numero sufficiente di monumenti storici da stuzzicare l’interesse del turista
senza essere eccessivi.
Cenni storici
Alcuni dei primi colonizzatori greci dell’Isola, probabilmente i Calcidiniani di Naxos, si stabilirono nella zona già dal 729 a.C., e divennero talmente influenti che le loro leggi furono infine adottate da tutte le colonie ioniche della Magna Grecia. Successivamente la città fu tra le prime a cadere sotto la dominazione dei romani, periodo in cui prosperò enormemente. Insolitamente per la Sicilia, i resti antichi di Catania sopravvissuti a oggi sono tutti romani (anche se incastrati nella lava, in seguito alle varie eruzioni succedutesi nei secoli). Nel Periodo paleocristiano Catania fu testimone del martirio di Agata, la quale, avendo respinto l’indesiderato corteggiamento del proconsole Quinziano, fu condannata a morte nel 252 d.C. Inseguito fu canonizzata (diventando la santa padrona di Catania), e si dice che il suo miracoloso intervento salvò la città dalla completa distruzione da parte dell’Etna nel XVII secolo. Nonostante la protezione della santa, Catania ebbe una sua parte di disastri: l’Etna eruttò nel 1669, inghiottendola nella lava, mentre il grande terremoto del 1693 devastò l’intera Sicilia sud orientale. L’architetto del XVIII secolo Giovanni Battista Vaccarini, in gran parte responsabile della ricostruzione, utilizzò abilmente la nera pietra lavica, la bianca pietra calcarea e stucco color malva per enfatizzare le geometrie dei grandi palazzi e delle imponenti chiese. Il risultato è molto più sobrio e cerebrale che altrove sull’isola: una versione del barocco che oscilla sul filo della sobrietà neoclassica.
Piazza del Duomo
Piazza del Duomo è una delle piazze barocche più eleganti della Sicilia, completamente ricostruita nella prima metà del XVIII secolo da Giovanni Battista Vaccarini, nato a Palermo, che fu eletto architetto municipale nel 1730. Con la maestosa cattedrale come punto di partenza, egli concepì un impressionante spazio aperto addolcito dalla giunta di una fontana centrale, niente di meno che un elefante di lava che regge un obelisco egiziano sulle spalle. L’elefante è il simbolo della città almeno dal XIII secolo, un talismano a protezione contro le eruzioni dell’Etna, e presenta anche un’iscrizione, Agatina MSSHDEPL, acronimo della frase “Agata, mente sana e sincera, per l’onore a Dio e la liberazione della patria”.
Il Duomo
La stessa Sant’Agata è sia la patrona di Catania sia la santa cui è dedicato il più grandioso progetto di Vaccarini, il Duomo, che costeggia il lato orientale della piazza. La cattedrale originale fu fondata qui nell’XI secolo e costruita sull’insediamento degli antichi bagni romani, ma di questa chiesa medievale solo le absidi, magnificamente realizzate, sono sopravvissute al terremoto del 1963; potete vederle attraverso il cancello di via Vittorio Emanuele II 159. Vaccarini ha aggiunto un’imponente facciata barocca, su cui ha aggiunto colonne di granito sottratte all’anfiteatro romano di Catania, mentre l’interno è adornato da una serie di cappelle. La Cappella di Sant’Agata si trova a destra del coro, e custodisce le reliquie che durante i giorni di festa dedicati alla santa sono portate in processione per tutta la città. Accanto a essa, accessibile attraverso una bella entrata del XVI secolo, la Cappella della Madonna conserva un sarcofago romano contenente le ceneri dei re aragonesi: Federico II, Federico III e del re bambino Luigi, che morì a causa delle peste nel 1355 all’età di 16 anni. La tomba del compositore Bellini, nativo della città, è situata nel pavimento prima della seconda colonna sulla destra appena entrati, e riporta un’iscrizione tratta dalla sua opera, La Sonnambula.
La più grande festa di Catania, la Festa di Sant’Agata, si svolge ogni anno tra il 3 e il 5 febbraio. Si tratta di una celebrazione, che si svolge da 500 anni, della vita e della morte della virtuosa Agata, nata qui intorno al 230 d.C. e sottoposta a spaventose torture dopo che aveva respinto il corteggiamento indesiderato del proconsole romano Quinziano, nel 252 d.C.: seguirono prigionia, fustigazione, mutilazione e rogo. I tre giorni della festa vedono centinaia di persone in processione per le strade dietro a un reliquario in argento e gioielli che contiene i resti della santa. C’è anche una processione di candelieri decorati alti fino a sei metri, che vengono portati a turno per ore da gruppi che rappresentano diversi mestieri. La mattina del 5 febbraio le reliquie sono portate di nuovo nel Duomo, dove restano fino all’anno successivo. Nel frattempo si susseguono fuochi d’artificio, bancarelle di cibi, celebrazioni speciali e concerti per tutta la durata della festa.
Il Museo Diocesano e le Terme Achilliane
Alla destra del Duomo, il Museo Diocesano ospita collezioni della cattedrale di arte religiosa e argenteria, con pezzi risalenti al XIV secolo, tra cui alcuni recuperati dalla cattedrale prima del terremoto del 1693. La maggior parte dei turisti troverà più affascinati i resti delle Terme Achilliane, e i bagni romani imperiali di Catania che fanno parte del museo, magnificamente tenuto. La loro attrattiva è forse meno forte di quanto non fosse all’epoca del viaggiatore francese del XVIII secolo Jean Houel che, scoprendo un salone ricoperto di stucchi di Cupidi, vigne, uva e animali, dedusse che un tempo dovesse stato un tempio in onore di Bacco. Per quanto potesse esser bella l’idea di un tempio dedicato al più decadente degli dei greci, in realtà di tratta di un complesso di terme romane: potete ancora ammirare la sagoma del frigidarium. Originariamente si estendeva in tutta la piazza fino alla Pescheria (dove furono scoperti i resti del calidarium), e l’approvvigionamento idrico era assicurato dal fiume Amenano, che scorre ancora oggi a sud della città.
La Pescheria
Il più famoso mercato alimentare e del pesce di Catania, la Pescheria, si raggiunge dalle spalle di piazza del Duomo scendendo gli scalini dietro una zampillante fontana in marmo. In questo modo vi ritroverete proprio nella parte principale del mercato ittico, dove i pescatori strillano tra secchi pieni di pasci che guizzano, anguille, granchi e crostacei. Brandendo coltelli dall’aspetto inquietante, affettano tranci di pesce spada, mentre altri aprono ostriche, cozze e ricci di mare per i clienti incuriositi. I vicoli laterali appena fuori dal mercato del pesce sono ricchi di frutta, verdura e alimenti secchi, bancarelle di spezie, nonché banchi di formaggio e macellerie.
Teatro Romano
Il Teatro Romano, costruito nel II secolo d.C., è un piccolo teatro intimo, che conserva la maggior parte dei posti a sedere ed ei passaggi sotterranei.
Un piccolo negozio di antiquariato mette in mostra i ritrovamenti del sito. Il più piccolo Odeon, adiacente, si usava per spettacoli musicali e rappresentazioni.
Castello Ursino e il Museo Civico
Superata la Pescheria, via Plebiscito si snoda attraverso un quartiere fatiscente ma affascinante e alla buona fino a piazza Federico di Svevia, dominata dal Castello Ursino, un tempo superba fortezza di Federico II. Originariamente, il castello era situato su una scogliera rocciosa, ma l’eruzione dell’Etna nel 1669 rese l’itera area completamente priva di sbocco sul mare, lasciando intatto solo il torrione. Il castello presenta ancora un aspetto maestoso, e ora ospita il Museo Civico, in cui parte del pianterreno è dedicata a mostre temporanee, mentre le mostre permanenti comprendono frammenti di mosaici recuperati, iscrizioni su pietra, eleganti anfore greche dipinte e statuette di terracotta. Al piano superiore la Pinacoteca conserva diversi oggetti d’arte religiosa del XVII secolo.
Via Crociferi
Il luogo migliore per apprezzare la ricostruzione di Catania avvenuta nel XVII secolo è lungo una delle strade più belle, via Crociferi, dove le ricche autorità religiose e i cittadini privati hanno fatto a gara tra di loro per costruire case stupefacenti, palazzi e chiese. Per la realizzazione utilizzarono la stessa struttura della città romana e medievale: piazza Mazzini con i suoi portici fu costruita con 32 colonne che originariamente facevano parte di una basilica romana.
Via Crociferi inizia a nord di piazza San Francesco, e scorre sotto un imponente arco barocco che preannuncia l’inizio di una serie di notevoli edifici religiosi e secolari, non molto diversi da com’erano nel XVIII secolo. Risalite la stradina e potrete sbirciare nei cortili dei palazzi e curiosare per le chiese. A circa metà strada sulla destra si trova la più bella, San Giuliano, con una facciata del Vaccarini e un interno ellittico.Museo Belliniano
In fondo a via Crociferi, di fronte alla chiesa di San Francesco, la casa in cui il compositore Vincenzo Bellini nacque nel 1801 è ora aperta come Museo Belliniano, e mette in mostra fotografie, incisioni originali, la sua maschera di morte e altri cimeli. Bellini, nato in una famiglia dedita alla musica, compose la sua prima opera probabilmente all’età di 6 anni, e successivamente studiò a Napoli, dove scrisse la sua prima opera lirica nel 1825. Nel decennio successivo si susseguirono altre dieci opere: il primo grande successo fu Il Pirata (1827), quando Bellini viveva perlopiù a Milan, fino alla morte che avvenne prematuramente all’età di 33 anni, a Parigi. Il suo corpo fu ripotato nella Sicilia nativa per la sepoltura e Catania diede lustro al suo figlio prediletto dedicandogli l’aeroporto, una piazza, il teatro principale della città e un parco, oltre all’ultimo riconoscimento, i celebri spaghetti alla Norma, cucinati con pomodori e melanzane, e prendono il nome dalla sua famosa opera del 1831.
San Nicolò l'Arena e monastero
Sul lato della particolare piazza Dante a forma di mezzaluna
si erge la facciata incompiuta di San Nicolò, decorata da sei enormi colonne
mozze. Concepita su una scala assurdamente grandiosa, l’opera fu infine interrotta
per i danni provati dal terremoto e per i costi esorbitanti. Ciò che rimane è
un desolato interno lungo 105 metri, praticamente senza decorazioni
tranne il banco del coro scolpito e una linea di meridiana incisa sul marmo in
tutto il pavimento del transetto, adornata di segni zodiacali. Il suo organo,
il più grande ella Sicilia e risalente al XVIII secolo, è stato restaurato nel
2005 dopo anni di abbandono e viene utilizzato di tanto in tanto per i concerti
.
La chiesa fa parte dell’adiacente monastero
benedettino, dalle dimensioni ugualmente impressionanti: si tratta del
secondo convento più grande d’Europa dopo quello di Mafra in Portogallo.
Entrando a sinistra della chiesa, potrete osservare i resti di una strada
romana, e alle spalle di enormi edifici del convento, oggi sede del Dipartimento
di Scienze Umanitarie dell’Università di Catania. La visita tra i cortili e i
chiostri un tempo grandiosi dura un’ora ma ne vale la pena.
Anfiteatro Romano
A metà
della via Etnea, piazza Stesicoro segna il centro moderno di Catania,
con il lato occidentale quasi interamente occupato dai resti infossati dell’Anfiteatro
Romano, costruito con blocchi di lava nel II o III secolo d.C. Gran parte è
ancora nascosta sotto gli edifici circostanti, ma un diagramma mostra le
dimensioni originali del teatro, che poteva contenere 16.000 spettatori: è
piuttosto evidente che la sezione che potete attraversare ne rappresenta solo
una piccolissima parte.
Sant'Agata al Carcere
Alle spalle dell’Anfiteatro Romano si trova la chiesa del XII secolo di Sant’Agata al Carcere, costruita sul luogo della prigione in cui la santa fu confinata prima del martirio a opera dei romani. Quando è aperta, un custode vi farà entrare nella cripta del III secolo e vi mostrerà l’entrata medievale in pietra della cappella, sormontata da sghignazzanti teste scolpite e creature simili a scimpanzé.
Mercato Fera 'o Luni
Sul lato di via Etnea, in piazza Stesicoro, le bancarelle si
allineano sin dal mattino presto lungo via San Gaetano alla Grotta, annunciando
il chiassoso mercato cittadino detto Fera ‘o Luni (anche se
letteralmente sarebbe “il mercato del lunedì” si tiene tutti i giorni esclusa
la domenica), con il suo centro sull’ampia piazza Carlo Alberto.
Qui troverete frutta, verdura e pesce, oltre a tutti i
tipi di vestiti, scarpe, accessori e casalinghi, dalla paccottiglia impilata su
un carretto di legno alle etichette di alta moda a prezzo ridotto, tutti
accompagnati dal costante vociare e mercanteggiare di vivaci commercianti. Il
mercato è un luogo grandioso per trovare souvenir, soprattutto la domenica
quando è occupato dalla fiera dell’antiquariato.
Villa Bellini
Il tratto interessante di via Etnea termina a Villa Bellini, appena superato l’ufficio postale, un grande giardino pubblico ornamentale che dà un tocco di verde sempre apprezzato e il più antico fra i quattro della città. Il bar che si trova qui è frequentato dalla polizia locale; alle pareti sono appese anche foto dei clienti abituali, in posa, in uniforme a cavallo o sulla moto.
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