Cefalù è un
buon punto di partenza per escursioni di un giorno. Verso ovest, in direzione
di Palermo, si trovano il sito archeologico greco di Himera e la ventosa
roccaforte di Caccamo con il castello normanno che, probabilmente è il
meglio conservato della Sicilia. A est, si estende la costa tirrenica; stretta
tra la strada, la ferrovia e l’autostrada, a tratta si intravedono scorci di
scogliere e insenature, cale sabbiose e agrumeti, in gran parte purtroppo
rovinati dallo sviluppo turistico. Vale la pena fermarsi al negozio di
ceramiche di Santo Stefano di Camastra, mentre dal Castel di Tusa
si possono ammirare le sculture del percorso di Fiumara d’Arte.
Proseguendo verso est troverete Patti che possiede un centro storico ben
conservato, un animato lungomare sassoso e un convento che serve tra i migliori
e economici piatti della regione. Le spiagge più belle di questo tratto di
costa tirrenica, però, si trovano ai piedi della collina dov’è ubicato il
santuario di Tindari a Marinello: una riserva naturale costiera
caratterizzata da laghetti di acqua salata. Anche Milazzo,
che per molti costituisce solo il punto di partenza per le Eolie, ha il suo
fascino: da visitare il castello normanno restaurato e le spiagge e le calette
di Capo Milazzo.
CEFALU’, a 70 chilometri dal capoluogo, è la più bella stazione balneare sulla costa tirrenica tra Palermo e Messina, ha una lunga spiaggia sabbiosa e si trova ai piedi di un enorme minacciosa, la Rocca. Qui nel 1131 Ruggiero II fece edificare una possente cattedrale piena di mosaici che domina ancora l’orizzonte e il profilo della città: le grandi torre gemelle dell’affacciata si ergono sopra i tetti piatti del quartiere medievale, mentre l’intera struttura è incorniciata dalla scogliera. Il dedalo ombroso di vecchie stradine e di negozi di souvenir e il vicino lungomare sono turistici, ma hanno ancora un loro fascino. Cefalù non è ancora sviluppata come Taormina/Giardini Naxos, l’altra località che è diventata un importante meta dei viaggi tutto compreso: la folla è sopportabile tranne in luglio e agosto, e non è una cattiva idea sfruttarla come punto di appoggio. Palermo si trova a meno di un’ora di treno, ci sono spiagge e località più piccole lungo la linea ferroviaria verso est e in auto si raggiungono facilmente le Madonie. La spiaggia sabbiosa, con acque limpide e riparate, è una delle più belle della Sicilia, ma in estate è affollatissima. Dal lungomare si gode di viste stupende sui tetti rossi dell’abitato.
Le vie del centro storico lastricate di ciottoli sono quanto di meglio Cefalù abbia da offrire, cosparse di archi nascosti e cortili pieni di piante. Corso Ruggero è fiancheggiata da begli edifici storici, anche se molti di questi oggi sono negozi. Uno dei più notevoli è l’Osterio Magno, all’angolo fra via Amendola e il corso: è la parte superstite di un palazzo medievale che oggi ospita regolarmente esposizioni d’arte. Un ricordo dell’occupazione saracena è il lavatoio, lungo via Vittorio Emanuele, posto ai piedi un’ampia scalinata curva. In fondo al corso un belvedere si affaccia sulle antiche mura greche di Cefalù, in buona parte coperte e inglobate in un bastione del Cinquecento. Nelle rocce sottostanti è stato scavato un sentiero che volge in direzione dell’imbarcadero degli aliscafi: raggiungetelo per esplorare le piscine scavate nella roccia e prenderete il sole sulle lastre di pietra. Più avanti verso il promontorio, si trova il porto, una baia affollata di pescherecci e di imbarcazione da diporto, con strani cumuli di rocce che invitano ad arrampicarsi.
Duomo
IL clou della visita non può essere che il maestoso Duomo, situato in una piazza grandiosa sotto le scogliere. Si narra che Ruggero II, trovato scampo sulla spiaggia di Cefalù dopo una tempesta, l’avesse fatto costruire in segno di gratitudine, ma più probabilmente l’edificazione fu il frutto delle lotte di potere fra Ruggero e il papa Innocenzo II. Subito dopo l’incoronazione, nel 1130, Ruggero si era alleato con l’antipapa Anacleto, il cui sostegno ne crebbe il prestigio. La cattedrale fu prontamente esonerata dal pagamento delle tasse e godette di numerosi privilegi, divenendo a un tempo ricca e fastosa, come testimoniano dall’esterno monumentale e fortificato e dagli stupendi mosaici. Questi risalgono al 1148 e, secondo lo stile bizantino classico, seguono uno schema ordinato: il Cristo Pantocratore, con la mano destra sollevata in un gesto benedicente, domina l’abside centrale con un atteggiamento, va detto, più militare che spirituale; nelle volte sopra di lui si trovano otto cherubini e serafini alati; sotto c’è la Madonna affiancata dagli arcangeli, quindi i dodici apostoli in due schiere di sei.
Con vista su
La Rocca, le rocce calcaree a strapiombo, e risuonanti di cinguettii di uccelli,
i chiostri preservano una tranquillità magica che sfida i secoli. Rimangono
solo due lati delle slanciate, affascinanti, spiate colonne dai capiteli erosi.
Guardate attentamente e scoverete i dettagli, un tempo straordinari, di lucertole, mostri e salamandre.
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