Palermo & dintorni

Mondello

Nelle calde giornate estive, quando la calura della città è opprimente, ci si può rifugiare a MONDELLO, una piccola stazione balneare a 11 km da Palermo, rannicchiata sotto lo sperone settentrionale del Monte Pellegrino. Costeggiata da una spiaggia lunga due chilometri, Mondello ha un porto attivo, un molo da cui pescare e i resti di una torre medievale. In luglio e agosto, come molte altre località turistiche della Sicilia, è piuttosto caotica e piena di bancarelle di souvenir pacchiani, furgoni che vendono hot dog e hamburger, pizzerie e stabilimenti balneari affollatissimi. Di sera, i bar del centro sono pieni zeppi, mentre le vie circostanti pullulano di auto guidate dalla gioventù bene. In inverno è più rilassante e raramente affollata, molti ristoranti e chioschi restano aperti e di solito fa abbastanza caldo da riuscire a fare il bagno anche fuori stagione.
Baia di Mondello
Antico stabilimento balneare di Mondello

Monreale

L’escursione principale dal capoluogo ha come meta MONREALE, una piccola località collinare otto chilometri a sud-ovest di Palermo, che offre panorami impareggiabili sulla valle della Conca d’Oro, con il capoluogo che scintilla in lontananza nella baia. IL panorama che si gode dal “Monte Reale” da solo vale la gita, ma il vero gioiello è il grandioso Duomo normanni o con i suoi famosi mosaici, tra i più grandi e straordinari esempi dell’opera musiva medievale cristiana del mondo e all’apice dell’arte siciliana-normanna. Monreale è a pochi minuti in macchina da Palermo, ma nel tardo pomeriggio, quando chi fa una visita in giornata parte, può essere allettante pernottare in tutta tranquillità nella cittadina, di uno degli accoglienti B&B ubicati nelle viuzze medievali vicino alla cattedrale.

Dopo aver visto il Duomo, vale la pena girovagare nel labirinto di stradine, costeggiate da chiese barocche. Date un’occhiata anche al cortile del monastero nuovo, costruito nel 1747 dietro il chiostro della cattedrale, e affacciatevi sul belvedere che dà sulla valle e offre belle vedute panoramiche. All’ora della passeggiata, via Roma è animatissima, ed è facile trovare, oltre ai negozi per turisti, macellai, botteghe di alimentarie ferramenta.

Centro storico
Cattedrale di Monreale vista dall'alto

Cenni storici

Il Duomo di Monreale deve la sua esistenza alla rivalità fra il giovane re Guglielmo II e il potente arcivescovo di Palermo, Gualtiero Offamiglio. Nel 1172 era iniziata la costruzione della cattedrale di Palermo voluta dall’arcivescovo. Deciso a spezzare rapidamente l’influenza del suo ex maestro, nel 1174 Guglielmo fondò un nuovo monastero nel suo parco reale fuori città, e l’abbazia, cioè il Duomo di Monreale, fu eretta in pochi anni. Monreale diventò un arcivescovo nel 1183, due anni prima che la cattedrale di Gualtiero fosse ultimata. Questa fretta eccessiva ebbe due effetti; date che Monreale era stata creata solo per un progetto personale, la sua predominanza terminò con la morte di Guglielmo ed egli stesso fu l’ultimo sovrano a esservi sepolto, nonostante avesse desiderato che il Duomo fosse un pantheon reale. La rapidità con cui fu edificato, di contro, assicurò una splendida uniformità di stile alla miriade di figure musive policrome sullo sfondo oro zecchino che decora l’interno.

Il Duomo

Il Duomo di Monreale, affacciato su due vaste piazze e costeggiato da vicoli pieni di bancarelle e negozi di souvenir, domina maestosamente il centro della cittadina. Dalla biglietteria si accede alla torre e alla terrazza, da cui si gode uno splendido panorama, e con lo stesso biglietto si può anche ammirare la collezione reliquari del tesoro. Non dimenticate di girare intorno alla cattedrale per meravigliarvi della colossale abside tripla, sorretta da esili colonne e ad ornata da una serie di archi intrecciati, in uno splendido alternarsi policromo di tarsie in calcare e lava. Per vederla, dovete attraversare l’Arco degli Angeli alla sinistra  dell’entrata. Ricordatevi che l’ingresso potrebbe esservi negato se non siete vestiti in modo adeguato.

I Mosaici

I preziosi mosaici, quasi certamente seguiti da artigiani greci e bizantini in soli dieci anni, furono realizzati allo scopo di permettere ai fedeli di “leggere” il Vecchio e il Nuovo Testamento direttamente sulle pareti. Una volta dentro, lo sguardo è subito catturato dal gigantesco Cristo benedicente, a mezzo busto e con le braccia aperte, che decora l’abside centrale. La testa e le spalle sono alte quasi 20 metri, il volto compassionevole e le braccia morbidamente sollevate pare abbracciano tutta la bellezza della chiesa. Sotto il Cristo, la Madonna con il Bambino siede in trono tra gli angeli e, in basso, una schiera di santi, ciascuno finemente colorato e identificato dal nome. Le due absidi laterali sono dedicate ai Santi Pietro (a destra ) e Paolo (a sinistra) e gli archi antistanti ciascuna abside mostrano vividamente il martirio di entrambi, rispettivamente per crocifissione e per decapitazione. I mosaici della navata centrale iniziano con la Creazione e corrono lungo tutta la chiesa, mentre i mosaici delle navate laterali rappresentano gli insegnamenti di Gesù. Molte sono le scene facilmente riconoscibili: Adamo ed Eva; Abramo sul punto di sacrificare il figlio Isacco; la rappresentazione decisamente vivace e briosa dell’arca di Noè in costruzione, con gli animali recalcitranti che vengono spinti a bordo e la famiglia di Noè che guarda dal portello; la manna dal cielo per i Cinquemila; e la Creazione stessa, una serie di mosaici magnifici nella loro semplicità, che raffigurano Dio nell’atto di polare il mondo con animali, acqua, luce e con l’Uomo. Sopra i due troni ci sono mosaici: Guglielmo che riceve la coronada Cristo e che offre la cattedrale alla Vergine. Guglielmo I e Guglielmo II sono sepolti nella cappella laterale di destra in un sarcofago di porfido e in uno di marmo.

Chiostro dei Benedettini

Il Chiostro dei Benedettini è uno degli indiscussi capolavori del complesso del Duomo, un elegante quadrangolo a portici, con 216 colonne binate a sostegno di archi leggermente ogivali, eredità dell’influenza araba nell’arte siciliana. Non c’è un capitello uguale all’altro: in uno, cacciatori armati combattono contro bestie alate, in un altro due uomini sollevano un recipiente di vino, mentre fiori, uccelli, serpenti e forme geometriche danzano di colonna in colonna.

Bagheria

Passeggiando per la malandata città di Bagheria, è difficile credere che la nobiltà palermitana nel XVII e nel XVIII secolo l’avesse scelta come luogo di villeggiatura dove sfuggire alla calura estiva. La cementificazione estrema senza piano urbanistico è stata causata dalla mafia ed è una esperienza surreale attraversare i grandi cancelli di alcune delle magnifiche ville barocche di campagna, sopravvissute allo squallido scempio della moderna Bagheria. In queste ville si intravede ancora il mondo descritto da Dacia Maraini in Bagheria, evocava “quell’aria da ‘giardino d’estate circondato di limoni e ulivi, sospeso in alto sopra le colline, rinfrescato da venti salsi…”. Villa Palagonia è aperta al pubblico tutti i giorni e altre potrebbero venire aperte su richiesta. Se avete un intera giornata, potete visitare anche le antiche rovine di Solunto e il porto peschereccio di Porticello, che possiede un hotel di charme e una serie di ristoranti di pesce sul lungomare che potrebbero convincervi a pernottare sul posto.

Le antiche rovine di Solunto - Bagheria
Porticello - Bagheria

Villa Palagonia

La più nota tra le tante ville barocche di Bagheria è Villa Palagonia, il cui parco vanta uno stravagante serraglio i figure grottesche, gnomi, giganti, gargoyle e mutanti vari. Responsabile di tutto ciò Ferdinando, Principe di Palagonia, un uomo gobbo che, in combutta con l’architetto Tommaso Napoli, si vendicò degli amanti della moglie facendone crudeli caricature. Anche se delle 200 statue originarie ne rimangono soltanto 64, queste rendono comunque molto divertente l’andare a zonzo nel rigoglioso giardino, prima di salire un’imponente scalinata in arenaria sgretolata per visitare una serie di saloni affrescati e il suggestivo Salone degli Specchi, rivestito, per l’appunto, di marmi e specchi.


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