L’escursione principale dal capoluogo ha come meta MONREALE, una piccola località collinare otto chilometri a sud-ovest di Palermo, che offre panorami impareggiabili sulla valle della Conca d’Oro, con il capoluogo che scintilla in lontananza nella baia. IL panorama che si gode dal “Monte Reale” da solo vale la gita, ma il vero gioiello è il grandioso Duomo normanni o con i suoi famosi mosaici, tra i più grandi e straordinari esempi dell’opera musiva medievale cristiana del mondo e all’apice dell’arte siciliana-normanna. Monreale è a pochi minuti in macchina da Palermo, ma nel tardo pomeriggio, quando chi fa una visita in giornata parte, può essere allettante pernottare in tutta tranquillità nella cittadina, di uno degli accoglienti B&B ubicati nelle viuzze medievali vicino alla cattedrale.
Dopo aver visto il Duomo, vale la pena girovagare nel labirinto di stradine, costeggiate da chiese barocche. Date un’occhiata anche al cortile del monastero nuovo, costruito nel 1747 dietro il chiostro della cattedrale, e affacciatevi sul belvedere che dà sulla valle e offre belle vedute panoramiche. All’ora della passeggiata, via Roma è animatissima, ed è facile trovare, oltre ai negozi per turisti, macellai, botteghe di alimentarie ferramenta.
Cenni storici
Il Duomo
I Mosaici
I preziosi mosaici, quasi certamente seguiti da artigiani greci e bizantini in soli dieci anni, furono realizzati allo scopo di permettere ai fedeli di “leggere” il Vecchio e il Nuovo Testamento direttamente sulle pareti. Una volta dentro, lo sguardo è subito catturato dal gigantesco Cristo benedicente, a mezzo busto e con le braccia aperte, che decora l’abside centrale. La testa e le spalle sono alte quasi 20 metri, il volto compassionevole e le braccia morbidamente sollevate pare abbracciano tutta la bellezza della chiesa. Sotto il Cristo, la Madonna con il Bambino siede in trono tra gli angeli e, in basso, una schiera di santi, ciascuno finemente colorato e identificato dal nome. Le due absidi laterali sono dedicate ai Santi Pietro (a destra ) e Paolo (a sinistra) e gli archi antistanti ciascuna abside mostrano vividamente il martirio di entrambi, rispettivamente per crocifissione e per decapitazione. I mosaici della navata centrale iniziano con la Creazione e corrono lungo tutta la chiesa, mentre i mosaici delle navate laterali rappresentano gli insegnamenti di Gesù. Molte sono le scene facilmente riconoscibili: Adamo ed Eva; Abramo sul punto di sacrificare il figlio Isacco; la rappresentazione decisamente vivace e briosa dell’arca di Noè in costruzione, con gli animali recalcitranti che vengono spinti a bordo e la famiglia di Noè che guarda dal portello; la manna dal cielo per i Cinquemila; e la Creazione stessa, una serie di mosaici magnifici nella loro semplicità, che raffigurano Dio nell’atto di polare il mondo con animali, acqua, luce e con l’Uomo. Sopra i due troni ci sono mosaici: Guglielmo che riceve la coronada Cristo e che offre la cattedrale alla Vergine. Guglielmo I e Guglielmo II sono sepolti nella cappella laterale di destra in un sarcofago di porfido e in uno di marmo.Chiostro dei Benedettini
Il Chiostro dei Benedettini è uno degli indiscussi capolavori del complesso del Duomo, un elegante quadrangolo a portici, con 216 colonne binate a sostegno di archi leggermente ogivali, eredità dell’influenza araba nell’arte siciliana. Non c’è un capitello uguale all’altro: in uno, cacciatori armati combattono contro bestie alate, in un altro due uomini sollevano un recipiente di vino, mentre fiori, uccelli, serpenti e forme geometriche danzano di colonna in colonna.
Passeggiando per la malandata città di Bagheria, è difficile credere che la nobiltà palermitana nel XVII e nel XVIII secolo l’avesse scelta come luogo di villeggiatura dove sfuggire alla calura estiva. La cementificazione estrema senza piano urbanistico è stata causata dalla mafia ed è una esperienza surreale attraversare i grandi cancelli di alcune delle magnifiche ville barocche di campagna, sopravvissute allo squallido scempio della moderna Bagheria. In queste ville si intravede ancora il mondo descritto da Dacia Maraini in Bagheria, evocava “quell’aria da ‘giardino d’estate circondato di limoni e ulivi, sospeso in alto sopra le colline, rinfrescato da venti salsi…”. Villa Palagonia è aperta al pubblico tutti i giorni e altre potrebbero venire aperte su richiesta. Se avete un intera giornata, potete visitare anche le antiche rovine di Solunto e il porto peschereccio di Porticello, che possiede un hotel di charme e una serie di ristoranti di pesce sul lungomare che potrebbero convincervi a pernottare sul posto.
Villa Palagonia
La più nota tra le tante ville barocche di Bagheria è Villa Palagonia, il cui parco vanta uno stravagante serraglio i figure grottesche, gnomi, giganti, gargoyle e mutanti vari. Responsabile di tutto ciò Ferdinando, Principe di Palagonia, un uomo gobbo che, in combutta con l’architetto Tommaso Napoli, si vendicò degli amanti della moglie facendone crudeli caricature. Anche se delle 200 statue originarie ne rimangono soltanto 64, queste rendono comunque molto divertente l’andare a zonzo nel rigoglioso giardino, prima di salire un’imponente scalinata in arenaria sgretolata per visitare una serie di saloni affrescati e il suggestivo Salone degli Specchi, rivestito, per l’appunto, di marmi e specchi.Taxi Service | N.C.C. Noleggio Con Conducente | Servizi Tour per tutta la Sicilia.
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