Con la sottile striscia costiera percorsa da autostrada e ferrovia, stretta tra i monti Peloritani e il mar Ionio, la costa è per lo più deludente. Le spiagge sono di ciottoli di quarzo grigio e i paesi di questo tratto di mare sono piuttosto trascurati. Nessuno di questi è davvero interessante, per cui è meglio alloggiare a Taormina, le cui spiagge sono tutte a tiro di schioppo, inclusa la vasta distesa di sabbia che costeggia l’insenatura dove si trovano i resort più semplici di Giardini Naxos.
Se siete
alla ricerca delle atmosfere del film Il padrino, vale la pena visitare
i paesi di Savoca e Forza d’Agrò, non solo perché qui sono state
girate alcune scene ma anche per ammirare l’attività macabra di queste parti: i
corpi mummificati esposti al Convento dei Cappuccini di Savoca. Più a sud oltre
Taormina, la valle dell’Alcantara, con le sue spettacolari gole, è la
meta migliore in questa zona per chi cerca avventure all’aria aperta, mentre
l’incantevole e incontaminato Castiglione di Sicilia è il paese
collinare che più di tutti colpirà chi desidera iniziare una nuova vita nella
Sicilia rurale.
Sulle tracce del Padrino
Molte
scene della sagra de Il padrino, di Francis Ford Coppola, sono state
girate a Savoca e a Forza d’Agrò, entrambi considerati molto più pittoreschi
rispetto a Corleone, dove era ambientato il romanzo di Mario Puzo. I fan del
film hanno l’imbarazzo della scelta in fatto di visite guidate a tema:
tappa immancabile è il Bar Vitelli, dove è esposta una collezione di
foto fatte durante le riprese de Il padrino II e con il tavolo dove
Michael Corleone è seduto quando chiede al padrone la mano della bella Apollonia
ancora al suo posto. Nella piazza, invece, potete vedere la Chiesa Madre, dove
nel film sono celebrate le nozze. Le visite migliore comprendono anche il
villaggio di Forza d’Agro, abbarbicato in alto sul mare su uno sperone
dei monti Peloritani, che compare nella terza puntata della sagra.
Situato
cinque chilometri sopra Taormina, il minuscolo villaggio collinare di CASTELMOLA
sembra spuntare all’improvviso dalla scoscesa rupe sottostante, ed è
costituito da vicoli ripidissimi da esplorare e dai resti di un castello
demolito da tempo. Non c’è da stupirsi che Castelmola si sia votata interamente
al turismo, come attestano i negozi di souvenir e la dozzina di bar e
ristoranti.
Sopra Castelmola, gli escursionisti intrepidi possono intraprendere una salita di circa due ore per la vetta del Monte Venere (885 m), la cima più alta della zona. La discesa da Castelmola è molto più facile della salita e il panorama è migliore. Ci vogliono 15 minuti per la Madonna della Rocca e 30 per la città.
Scavi delle colonie greche
Palazzo Corvaja
Palazzo Corvaja esiste dal X secolo, quando fu costruito dagli arabi come torre di difesa. Questa struttura originaria costituisce ancora il corpo centrale del palazzo, mentre nel cortile le finestre ogivali tipicamente arabe sono perfettamente in armonia con gli elementi godici, come la scalinata coronata da un balcone in stile Romeo e Giulietta. All’interno del palazzo si trova la sala dove il cosiddetto “parlamento” siciliano, formato in realtà da un gruppo nobili Aragonesi, si riunì nel 1410 per scegliere il futuro re. Attualmente ospita l’ufficio turistico e l’interessante Museo Siciliano di Arti e Tradizioni Popolari, un’esposizione di oggetti popolari particolari da carretti siciliani dipinti a scene della Natività in sughero e cera. Tra i pezzi forti del museo, i 25 dipinti su pannelli, realizzati intorno al 1860, raffiguranti varie persone salvate, grazie a un intervento miracoloso, da disgrazie come cadere in una stufa o essere assaliti.
Santa Caterina
Teatro Greco
Seguendo il flusso di gente che, da piazza Vittorio Emanuele, sfila davanti a una serie ininterrotta di negozi per turisti, arriverete al Teatro Greco, uno dei monumenti imperdibili della Sicilia, da visitare la mattina presto o poco prima della chiusura per evitare gli affollamenti. Nulla, tuttavia, può sminuire la bellezza naturale del sito. Scavato nel fianco della collina, il teatro offre un panorama sconfinato sulla costa sicula, i monti della Calabria meridionale e la vetta dell’Etna: una meravigliosa scenografia naturale per il pubblico dell’età classica. Nonostante il nome, i resti attuali sono pressoché tutti romani. Fondato dai greci nel III secolo a.C., il teatro fu quasi interamente ricostruito alla fine del I secolo d.C., periodo in cui Taormina godette di grande prosperità sotto l’Impero Romano: la costruzione ne cambio completamente le caratteristiche, e non sempre in meglio. Le aperture ad arco, le nicchie e le colonne dell’impressionante scena romana, per esempio, nascosero la vista dell’Etna, che presumibilmente aveva originariamente determinato la scena del luogo.
Giardino Pubblico
Il Giardino Pubblico fu sovvenzionato da una
scozzese, Florence Trevelyan, che si stabilì a Taormina nel 1899 dopo essere
stata “invitata” a lasciare l’Inghilterra a causa della sua relazione amorosa
con il principe di Galles, il futuro re Edoardo VII. A lei si devono anche i
curiosi “apiari” (alveari), padiglioni che somigliano a rustiche capanne di
legno o a pagode in pietra o in mattoni, che oggi ospitano voliere, piante e un
parco giochi.
Piazza IX Aprile
A metà di corso Umberto I si apre piazza IX Aprile, il “balcone ” di Taormina. La piazza è dominata dalla Torre dell’Orologio restaurata, del XII secolo, mentre dalla terrazza si ammira un panorama strabiliante sulla baia e l’Etna. Qui è difficile resistere alla tentazione di sedersi a uno dei tanti caffè, sappiate però che anche solo un espresso potrebbe costarvi una fortuna. In questa piazza vedrete due chiesette: la bassa chiesa quattrocentesca di Sant’Agostino oggi è una biblioteca, mentre San Giuseppe ha una facciata secentesca decorata con curiose targhe raffiguranti scheletri e ossa incrociate.Piazza Duomo
CASTELLO SARACENO
Sopra Taormina, la cappella della Madonna della
Rocca, in cima a un dirupo, e i ruderi del medievale Castello Saraceno
meritano una visita per il meraviglioso panorama che abbraccia il Teatro Greco
e il paese sulla costa: per rifocillarsi dopo la camminata, ci sono un paio di
ristoranti e caffè, perfetti per godersi il tramonto. Gli autobus che partono
ogni ora o ogni mezz’ora ci mettono poco per salire lungo la strada, ma è più
suggestivo salire a piedi, imboccando il percorso della processione fino alla
cappella da via Circonvallazione, dopo la stazione di servizio Q8: la camminata
richiede una ventina di minuti.
La località migliore dove soggiornare (e mangiare) nella valle dell’Alcantara è Castiglione di Sicilia. Abbarbicato in cima alla collina che domina la valle, le sue belle case erose dalle intemperie con i tetti coperti di tegole curve sono raggruppate sotto i resti del castello. Le guglie delle numerose chiese e il castello roccioso in rovina si presentano come una meta invitante quando ci si avvicina lungo la strada sinuosa, e in effetti è molto piacevole trascorrere qualche ora vagando tra le strade silenziose di questo antico insediamento di montagna. Potete salire fino alla piazzetta in cima al paese, che offre splendidi panorami sull’Etna e da dove una scalinata sale ai ruderi del castello, o fortezza greca, forse fondata nel V secolo a.C. da esuli greci provenienti dalla vicina Naxos: anche qui panorami sono spettacolari.
Poco fuori Castiglione, nella valle sottostante, si trova la cappella bizantina nota come La Cuba per la sua perfetta simmetria, egregiamente restaurata. Alle sue spalle, un sentiero conduce al fiume, dove ci sono cascate e piscine naturali.
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Catania - Sicilia - Italia
"Sicilia: terra di suli, di mari e di focu".
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